Torre Ciachea

Nel cinquecento, per difendersi dalle frequenti invasioni piratesche che infestavano i litorali della costa ovest siciliana, alcuni privati si organizzarono con la costruzione di bagli fortificati, tali da diventare una caratteristica di quel periodo, al cui interno erano erette delle torri d’avvistamento. È questo il caso di Baglio Ciachea a Carini che, con la sua torre cinquecentesca, consentiva ai contadini di potere ricevere immediato rifugio e difesa.

Matrimonio a Torre Ciachea: una location storica

Un gran portone con arco ogivale immette in un vestibolo che introduce in una vasta corte quadrata planimetricamente chiusa da una cinta di mura sulla cui struttura s’intervallano delle feritoie, mentre all’interno si rinserrano vari edifici di diversa composizione costruiti in successive epoche: magazzini e depositi, oltre stalle e un palmento, un frantoio di cui rimangono due ruote di pietra che fanno bella mostra nell’atrio, oltre strutture per uso abitativo ed un bellissimo giardino con gazebi, isolato da un muro perimetrale dove vegeta un grazioso rampicante color celestino.

La casa padronale disposta sul lato destro dell’ingresso è articolata su un piano e vi si entra da una scala esterna nascosta da un’avviluppante vite americana. Al centro della corte si eleva maestosa la torre a pianta quadrata che con la sua forma a parallelepipedo raggiunge due piani divisi da un solaio ligneo. La struttura esterna di Baglio Ciachea è serrata agli angoli da spighi di tufo squadrati che mantengono l’elevata altezza. Il primo piano presenta due ambienti: uno con camino e forno, l’altro, con una feritoia aperta sulla parete rivolta verso il mare, permetteva di fare buona guardia al litorale. Una scala interna, realizzata nello spessore del muro, si diparte dal piano terra per raggiungere il terrazzo da cui la visuale spazia a trecentosessanta gradi sul vasto golfo di Carini ed il suo entroterra.

Il verde attorno fa di questo baglio un’oasi particolare dove in passato una cappella gentilizia, dedicata a Sant’ Antonio, ed in particolare alla Vergine, curava lo spirito dei propri contadini. La cappella rimane oggi all’interno della corte, in attesa di un nuovo rintocco della campana che, situata in cima alla torre, scandiva le ore della giornata lavorativa annunciando l’inizio e la fine del lavoro dei campi.

Attorno al 1920 la grande tenuta di Ciachea fu venduta al barone De Pace e quindi, per successione, è pervenuta al barone Guido Calefati di Canalotti, attuale proprietario, al quale si deve il miglioramento e l’ampliamento della parte abitativa, tenuta con esemplare cura.

Torre Ciachea Carini: catering Il Ghiottone Raffinato

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